Feste sadiche in Italia

Publié le par riformistitorinesi

Ogni anno assistiamo a quell'obbrobrio propinatoci da "Mamma RAI" che è il Palio di Siena, che regolarmente causa la morte di alcuni cavalli o durante la corsa o anche prima, durante le prove, o ancora per colpa dei dopaggi a cui sono soggetti.

Il Palio non è però l'unica festa “sadica” che si svolge ancora nel nostro Paese, segno di una “civiltà” dei consumi ancorata al barbaro dileggio degli animali e retaggio di un antropocentrismo retrogrado nato da credenze popolari che ancora persistono. Evidentemente gli interessi che girano intorno a queste manifestazioni sono tali da impedire la loro eliminazione, nonostante le proteste dei movimenti animalisti.

Un esempio è la “Corsa dei buoi” che si tiene regolarmente dal 6 all’11 maggio presso Asigliano Vercellese: ogni anno i buoi del paese vengono legati ai carri e costretti a correre sull'asfalto lungo il viale principale. Vince chi picchia di più i propri buoi, tra il fanatismo e un'eccitazione che dovrebbe avere poco da spartire con la festa religiosa da cui la “Corsa dei buoi” deriverebbe.

In Italia si svolgono ogni anno circa 1000manifestazioni analoghe, che comprendono:

  • competizioni di cavalli (Palio di Feltre e altri)

  • gare di asini (Premosello, S. Maria a Monte, Castelsilvano, Alba e tantissime altre località)

  • eventi agonistici in cui maiali, struzzi, agnelli, anatre, oche e anche rane sono costretti a competere.

Non si dimentichi ciò che avviene ogni anno a Orvieto, dove una palombellaviene infilata in un tubo di plexiglass e lanciata lungo un filo, tra lo scoppio di mortaretti e petardi, per celebrare la Pentecoste.

Una forma meno palese ma più subdola di crudeltà è rappresentata dall’accanimento competitivo su animali uccisi precedentementeche fungono da elemento centrale del "gioco". A Santa Maria di Sala, per esempio, i neo-diciottenni della parrocchia gareggiano per staccare con le mani la testa a un'oca morta appesa a una forca improvvisata. A Tonco (Asti) si gareggia a cavallo per decapitare a randellate un tacchino, cosa che avveniva fino al febbraio 2008 anche vicino a Mantova.

Manifestazioni di questo genere non solo non fanno che incentivare un antagonismo arcaico e meschino ed estremizzano nel più odioso dei modi la violenza insita nell'animo umano indirizzandola verso gli animali, ma violano anche molti punti della legge n.189 del 2004 (art 544 bis, ter e quater; art 3; art 19 bis e ter).

Va però detto che questa legge, come segnala il Movimento Antispecista, non è esente da grosse limitazioni, e per quanto concerne il nostro argomento va rilevato che, nonostante gli articoli citati,fa salve le manifestazioni "storiche e culturali" approvate dalle regioni, creando così una falla enorme.

(Roberta De Antonio)

Publié dans AMBIENTE E ANIMALI

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